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sabato 29 settembre 2012

Con RESPECT ANIMAL chiediamo la chiusura definitiva di Green Hill

Dopo più di due anni di proteste e manifestazioni l’allevamento Green Hill è stato messo sotto sequestro in attesa di una decisione del giudice. Durante questa operazione gli inquirenti hanno scoperto 100 carcasse di beagle nei congelatori e più di 400 cani detenuti nell'allevamento senza regolare microchip, destinati quindi a non si sa quale sperimentazione.Ad oggi, i cani di Green Hill sono ormai tutti liberi ma in attesa di una decisione del giudice non sappiamo se questo allevamento chiuderà i battenti definitivamente.Per mantenere la pressione su questa società, che è specializzata in allevamenti di animali destinati alla vivisezione, l’associazione RESPECT ANIMAL di Lione (Francia) che milita a favore e in sostegno dei diritti degli animali, ha organizzato per SABATO 6 OTTOBRE 2012 alle ore 14.30 una manifestazione davanti agli uffici lionesi della società Marshall, sede amministrativa di Green Hill, per chiederne la chiusura definitiva. Ringraziamo chiunque potrà raggiungerci a questa manifestazione!


Ripercorriamo insieme la lunga storia delle proteste contro Green Hill:
"Il CoordinamentoFermare Green Hill nasce nell’aprile del 2010 da un gruppo di persone che in realtà già da due anni stavano monitorando l’allevamento e seguendo precise informazioni ricevute sul suo operato, soprattutto su di un progetto di ampliamento. La prima importante tappa della campagna contro Green Hill viene organizzata ad aprile 2010: un corteo nazionale per le strade di quella cittadina, un corteo per fermare l’ampliamento che avrebbe previsto l’allevamento di 5000 cani.

Il 24 aprile 2010, inaspettatamente, si ritrovano nelle vie e nelle piazze di Montichiari migliaia di persone, da diverse regioni italiane, inorridite dallo scoprire che poteva esistere quell'inferno, chi ancora addirittura confuso sul fatto che la vivisezione sia una pratica legale.
L’ampliamento non viene concesso dal Comune di Montichiari. La prima importante battaglia è stata vinta rapidamente, e così comincia un nuovo percorso per chiudere definitivamente l’allevamento.

La successiva, immediata conquista, consiste nella dichiarazione degli aeroporti di Montichiari e Verona, a seguito delle numerosissime proteste via mail, di non trasportare più le vittime di Green Hill. Si ostacola così il trasporto aereo dei cani verso altre città europee.

Il 22 maggio 2010, ancora una volta, un migliaio di persone partecipano ad un presidio sotto l’allevamento, riuscendo ad arrivare fin davanti alle porte di quel lager.
La reazione delle istituzioni a tanta partecipazione è fin da subito evidente: comincia un rimbalzarsi di responsabilità tra Comune, Regione, Asl, Ministero. Ognuno dice la propria, ognuno cerca giustificazioni.

Il 10 giugno la protesta arriva davanti alla sede regionale Asl a Milano,  per mostrare le responsabilità che essa ha nel permettere che l'allevamento continui a rimanere attivo. L'Asl si giustifica: la decisione spetta al Ministero della Salute.
Il pomeriggio dello stesso giorno siamo davanti gli uffici di Compagnia Fiduciaria Nazionale che gestisce una grossa quota dei soldi che GH ricava dallo sfruttamento di quei 2500 cani prigionieri. Nelle settimane successive questa fiduciaria e tutti i prestanome finanziari dietro a Green Hill spariscono e l’amministratrice delegata italiana, Micaela Marcarini, si dimette. Il passaggio di Green Hill nelle mani dell’americana Marshall Bioresources diventa palese.

Il 25 settembre 2010, a Roma, prende vita la più grande, partecipata e significativa manifestazione del movimento antispecista e antivivisezionista.10.000 persone per le strade di Roma, un corteo unito, fortemente motivato, per pretendere fatti anche dal Ministero della Salute.

Poco più di un mese dopo la protesta ritorna nuovamente a Montichiari: il 6 novembre 2010 centinaia di fiaccole illuminano le strade  per vincere sul buio.
Ogni fiaccola si accende in memoria di ogni cane prigioniero, simbolo di una vita che purtroppo si spegnerà molto presto e nel peggiore dei modi.

18 gennaio 2011: alcuni attivisti del Coordinamento irrompono durante una seduta del consiglio regionale, portando con sé striscioni e volantini che richiamano alle responsabilità della Regione per la permanenza di GH e per la non applicazione della LR 116/2006, che stranamente sembra non interessare i «signori» Marshall.

11 febbraio 2011: la protesta ritorna a Montichiari, per una giornata piena, che vede impegnati i manifestanti, al mattino, davanti al Comune e nel pomeriggio presso le sedi di due fornitori di GH. La pressione verso i fornitori ha portato fin da subito buoni risultati; le dichiarazioni di non voler più avere rapporti commerciali con GH sono diverse, anche a seguito delle moltissime mail di protesta inviate.

5 marzo 2011: un altro corteo nazionale viene organizzato in questa data a Milano. Ancora migliaia di persone che vogliono esserci per dire basta. Ci si concentra nel piazzale della stazione per passare sotto i «palazzi del potere» della Regione che ancora finge di non sentire nulla. Si urla, si parla ancora di GH e di tutte le vittime dello specismo. Ma poi il corteo si blocca: il percorso viene modificato, ci viene impedito di manifestare per le vie del centro.
Solo pochi istanti di sosta e il corteo si scioglie: una moltitudine di piccoli gruppi di persone si dà appuntamento in piazza Duomo, ognuno «armato» di cartelli e striscioni, ognuno seguendo il suo percorso.

30 aprile 2011: nel pieno centro di Milano prende forma una protesta scenografica di forte impatto: tante lettere ordinate, ognuno sorretta da un manifestante, per comporre la scritta: «Gli animali continuano a morire. Green Hill deve chiudere, adesso», alcuni testi recitati  si ripetono, raccontando la terribile realtà della vivisezione e di Gh, dalle casse i latrati dei cani prigionieri...

14 ottobre 2011: alle sei del mattino, 5 attivisti del Coordinamento riescono a entrare all'interno dell'area recintata dell'allevamento e a salire rapidamente sul tetto di uno dei capannoni. L'intero allevamento di fatto viene bloccato.
Al di sotto della collina, si concentrano centinaia di manifestanti a supporto delle 5 persone sul tetto. L'occupazione durerà circa 30 ore, nonostante il clima rigido della notte. Grazie ad una continua comunicazione gli attivisti sul tetto forniscono testimonianze ed immagini che vengono diffuse in rete.
Questa azione risveglia l'attenzione nazionale sul caso Green Hill, i media diffondono la notizia ed è l’inizio del crearsi di un vero e proprio “caso nazionale”.

19 novembre 2011: a Montichiari si svolge il quarto corteo nazionale che trova ostacoli fin da subito nell'ottenere le autorizzazioni per passare lungo le vie del centro. La pressione stavolta è verso il sindaco Zanola, l'unica persona che potrebbe ritirare la licenza di GH e farlo chiudere, facendosi anche forza delle gravi irregolarità scoperte all'interno.

2 dicembre 2011: proteste davanti al Comune e alla Asl. la l'Asl afferma che durante le verifiche all'interno dell'allevamento non ha mai riscontrato nessuna irregolarità tale da dover portare alla chiusura. Proprio davanti ai suoi uffici arrivano, il 2 dicembre, numerosi manifestanti; «vergogna» e «complici» sono le parole che più si sentono urlare,  ancora una volta parlano le immagini di animali seviziati durante gli esperimenti.
23 dicembre 2011: ancora una volta più 100 persone protestano davanti alla Regione, chiedendo la chiusura Green Hill.

Gennaio 2012 – Il governo inglese boccia definitivamente il progetto dell’americana Marshall Bioresources di costruire altri 5 capannoni identici a quelli di Green Hil  sul suolo inglese.

Marzo 2012 – Parte quella che il Coordinamento Fermare Green Hill ha definito “Operazione altrimenti ci arrabbiamo”, per far sentire la voce di decine di migliaia di cittadini al senato e nello specifico alla XIV Commissione che deve cominciare la discussione degli amendamenti alla Direttiva Europea sulla sperimentazione animale. In tutta Italia vengono esposti strisiconi contro la vivisezione, il Comitato Montichiari Contro Green Hill consegna 71.000 firme al Senato, mgliaia sono le proteste di persone che chiedono finalmente un cambiamento per gli animali.

20 marzo 2012: 3 attivisti del Coordinamento si incatenano agli uffici di Green Hill nelle prime ore del mattino ed espongono uno striscione con scritto “Chiudere Green Hill altrimenti ci arrabbiamo”. L’azione serve per dare visibilità alla discussione in Senato.

28 aprile 2012 – Liberati in pieno giorno, durante una protesta, 67 cani beagle durante quello che è stato definito da tutti un “assalto a Green Hill”.

8 maggio 2012: il Coordinamento Fermare Green Hill organizza una giornata mondiale di proteste contro Green Hill che trova sostegno in 82 città di 5 continenti.

Giugno 2012: Il Coordinamento Fermare Green Hill pubblica registrazioni e documenti che provano la soppressione di cuccioli senza iscriverli all’anagrafe canina.

30 giugno 2012: altro imponente corteo del Coordinamento Fermare Green Hill che porta 2.000 persone a Montichiari e fino a sotto l’allevamento. Molte cercano nuovamente l’assalto ai capannoni per dare libertà ai cani prigionieri, ma non ci riescono.

18 luglio 2012: L’allevamento viene sequestrato sotto ordine della procura.

28 luglio 2012: Il primo cane ad uscire da Green Hill dopo il sequestro viene simbolicamente consegnato ad un attivista del Coordinamento Fermare Green Hill. E’ una fattrice gravida, che è stata chiamata VEGAN, per ricordare la scelta di non uccidere e far soffrire nessun animale. VEGAN dopo un mese dà alla luce 2 piccoli che sono stati chiamati Jill e Phipps."
fonte: http://www.fermaregreenhill.net/

Per maggiori informazioni consultate il sito http://www.respect-animal.org/